Eccoci qua, ultima tappa di questa avventura o missione o iniziativa... comunque la vogliate chiamare è stata un'esperienza brutta e bella allo stesso tempo.
Tanta voglia di organizzare, non sempre è stato facile, ma fortunatamente abbiamo incontrato anche delle persone molto disponibili che non si sono arrese alle difficoltà e, venendoci incontro reciprocamente, siamo riuscite a finire il lavoro iniziato con tanto entusiasmo: la consegna della merce raccolta a favore dei terremotati in Emilia. Nel nostro caso a Ferrara, nella sede della Protezione Civile.
La casa si è sgombrata di tutto quel da fare, dividere per genere, impacchettare, stampare cartellini... e se possiamo essere sincere... un pò ci manca. Sarà l'adrenalina che ancora è in giro da qualche parte ma, se potessimo, ripartiremmo anche domani.
Alcune persone hanno preferito unirsi a noi due e fare insieme una bella spesona, altre hanno formato dei gruppetti e tutti, armati di carrelli, abbiamo semi-svaligiato il supermercato prescelto.
Due belle persone conosciute tramite il blog sono proprio Lucia, del blog
I fiori di Lu e Tiziana... che allegre e dinamiche ci hanno aiutato a caricare la macchina con i loro acquisti...
Dopo aver visto l'ingombro del loro contributo abbiamo finito di caricare la macchina, all'uopo trasformata in furgone, con gli acquisti del nostro gruppo... qui sotto vedete una piccola parte della merce.
La mattina dell'11 giugno, cioè ieri... siamo partite facendo piano piano, visto che il sole ancora dormiva... Il viaggio all'inizio piovoso, grigio e con molte deviazioni causa rifacimento manto stradale, si è poi addolcito un pò...
... lasciandosi le nuvole alle spalle, mentre raggiungevamo l'Emilia Romagna.
All'arrivo, finalmente, presso la Protezione Civile in via Marconi 37, c'erano 32 gradi ed erano solo le 11.30 del mattino...
Dopo i dovuti controlli per farci entrare, abbiamo superato quel cancello con una certa emozione. Il pensiero di fare la coda per aspettare il nostro turno ci aveva fatto pensare di dover attendere anche delle ore, invece (purtroppo) non è stato così. Siamo entrate e ci siamo dirette verso il capannone (lesionato anch'esso dalle scosse) per consegnare quello che era il nostro "prezioso carico".
Dei volontari della Protezione Civile ci hanno accolte col sorriso e ci hanno aiutate a scaricare in fretta tutto quanto, dividendo già per articolo. Praticamente non ci hanno fatto fare niente e ci siamo affidate a loro, visto che sapevano dove, cosa e come fare.
Due minuti e la macchina era vuota! Ma come... ci abbiamo messo un paio d'ore a riempirla, impilare bene, organizzare i pesi al posto giusto, mettere le barriere per non far scivolare il carico... ecc... e ora era già finito tutto. Un attimo di smarrimento e l'incaricata ci ha chiesto il nome a cui intestare la ricevuta... "ma no, non serve, siamo semplici cittadini non un'organizzazione" abbiamo ribattuto. "Ma noi siamo obbligati a farla, visto che riceviamo della merce" ci ha subito risposto.
Sono rimasti un pò sorpresi che delle persone qualunque avessero fatto un viaggio tanto lungo per portare gli aiuti, non avendo altro fine che la solidarietà.
(Per ragioni di riservatezza abbiamo camuffato alcune parti della ricevuta. Mettiamo la foto per chiarezza e trasparenza verso le persone che hanno contribuito).
Non ci è stato possibile fare delle foto all'interno del capannone per la velocità con cui si è svolta la cosa... anche se un paio... le abbiamo scattate uscendo.
(Alcune di voi riconosceranno i propri scatoloni)
Ci siamo offerte di aiutare, avevamo un margine di un paio d'ore prima di ripartire ma un volontario, con cui abbiamo scambiato qualche parola per sapere qual'era la situazione attuale, ci ha detto che per motivi di sicurezza nessun "civile" può stare all'interno del capannone per evitare infortuni.
Dalla foto si vedono i puntelli per la messa in sicurezza...
Ci ha ringraziate per il bel gesto (perché c'è tanto bisogno, ha detto) e mentre si parlava ecco la notizia di un'altra scossa poco distante. Nessun danno e noi non l'abbiamo neanche sentita, ma questo non ha fatto altro che rafforzare in noi la convinzione che questa cosa andava fatta.
Bene, le 12.00 e ora che facciamo? Ci siamo guardate in faccia io e mia sorella, vuote nell'espressione e.. nel bortabagagli... "facciamo un giro verso Cento, Modena, vediamo com'è la situazione?...?" e così, presa la strada provinciale ci siamo avviate verso San Carlo, Sant'Agostino...
Ma a parte le tante deviazioni (presidiate da volontari), a causa della liquefazione delle strade e della privacy che si sta cercando di preservare (molti turisti curiosi venuti per l'occasione, se così si può dire), non avevamo fatto i conti con l'impatto emotivo e lo scenario che ci saremmo trovate di fronte.
Più andavamo avanti e più il cuore si stringeva... tanta gente già sui trabattelli per cercare di riparare quello che si può... le case più recenti hanno tenuto ma le più vecchie... quelle no, sono venute giù in parte o del tutto. Muri crollati e una devastazione che prende non solo il territorio ma anche chi lo attraversa. Non aggiungiamo altre parole, abbiamo fatto qualche scatto per testimoniare questo viaggio e l'importanza dell'iniziativa che avevamo preso in carico. Ma sinceramente, dopo aver scattato qualche foto abbiamo spento tutto, girato la macchina e siamo tornate sui nostri passi. Un senso di impotenza che non si può raccontare, solo mostrare affinchè nessuno di noi dimentichi, una volta passati questi primi giorni di emergenza, lo stato delle cose.
Non mostriamo le tante tende da campeggio montate nei giardini, i camper e le roulotte parcheggiate davanti la porta di casa... non serve. E questi sono i "fortunati" perché ci sono paesini dove gli aiuti faticano ad arrivare e mancano di tutto...
un capannone industriale venuto giù...
Sulla strada del ritorno verso Ferrara abbiamo visto questo accampamento di tende della Protezione Civile; la foto è brutta, ma presa da un'altra angolazione non sarebbe stata migliore...
Noi naturalmente continueremo a seguire la vicenda per conto nostro, con questo post chiudiamo questa avventurosa iniziativa che è stata fonte di stress e di soddisfazione. Non vogliamo e non possiamo dimenticare che questo blog si occupa di creatività e presto riprenderemo le nostre attività di sempre, cosa che ci auguriamo possa accadere a tutti gli emiliani.
Ringraziamenti? Ma certo e tanti!
Intanto ai nostri genitori per aver appoggiato subito l'idea di questo viaggio, poi un grazie di cuore a chi ha contribuito in modo immediato e spontaneo:
- L'ex insegnante e scrittrice emiliana Teresa Vergalli per il suo prezioso contributo morale e materiale, che ha avuto un pensiero particolare per i bambini.
- Dorota, Kim, Marco, Marisa, Titti, Valentina e Vincenzo, professionisti presso un Atelier spose di Roma.
- Claudio che ci ha supportate professionalmente e materialmente.
- Lucia, dolcissima... che è venuta anche se stava molto male.
- Tiziana, che ha capitanato un generoso gruppetto di familiari e colleghi:
Catia e Lucia M. , Lucia C. , Enrico, Eleonora, Rosa, Annalisa.
- Max che anche in un momento importante e non facile, ha detto subito si.
- Stefania e Agostino, nostri carissimi amici sempre in prima linea.
E a voi che ci avete ascoltate, lette e sopportate in questi giorni frenetici, un grazie particolare. Soprattutto alle persone che silenziosamente si sono offerte di aiutarci ma non hanno potuto per problemi di lontananza... al contrario di chi vuole essere "social network presente" lodando e promettendo aiuti con commenti pubblici, per poi non mandarti neanche un sms per dire "non posso partecipare"... altrimenti come potrebbero costruirsi la casa su Farmville? (permetteteci lo sfogo).
Stanche e soddisfatte... questo è il racconto della nostra giornata di ieri dopo quasi 1000 km in macchina su e giù per l'Italia...
Baci a tutti voi e speriamo che la terra si fermi...
Liliana e Sonia (... e Andrea)
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